Quale bici scegliere: l’importanza di fare parte

quale bici scegliere

Uno degli effetti collaterali della disponibilità quasi illimitata di possibilità è la difficoltà a compiere una scelta, e questo vale anche per quale bici scegliere. Anch’io sono incappata spesso e volentieri nel dubbio, come un giorno di fine estate al monte Cimone.

Quale bici scegliere se hai già fatto la tua scelta?

Il parcheggio del Lago della Ninfa è stipato di macchine. Dal cortile dei ristoranti sale il fumo delle griglie, e io faccio lo slalom in mezzo alle persone e ai bambini che si aggirano nello scarso spazio rimasto. Sto puntando al mio ultimo simbolico inizio di salita, la sbarra che blocca l’accesso alla strada dell’aeronautica, il tratto più nobile e bello del mio giro di oggi. D’inverno la strada dell’aeronautica è una pista da sci facile, qualche anno fa l’ho discesa con la neve tenendomi il più possibile ai bordi per evitare collisioni con gli sciatori. Oggi è l’ultima domenica di agosto, e anche se il cielo è nuvoloso, è pieno di persone che sono salite quassù, alle falde della regina tra le vette dell’Emilia-Romagna, il Monte Cimone.

Poco prima di raggiungere la sbarra due ciclisti mi sorpassano, e si infilano prima di me nello spazio lasciato aperto per i pedoni e le bici. Ci salutiamo, e io vivo una curiosa sensazione, che in modo abbastanza divertente somiglia un po’ al pentimento.

La bellezza della bicicletta in tutte le salse

Tre quarti d’ora prima mi trovavo al bar di Pian del Falco a prendere un caffè e una fetta di crostata, oltre soprattutto a riempire la borraccia e andare in bagno. A fianco del bar c’è la pista di downhill e il noleggio delle bici da downhill. Era pieno di ciclisti da downhill, che partivano e tornavano, si fermavano al bar come me, si sedevano e chiacchieravano. Il downhill mi affascina, così guardavo quelle bici con i lunghissimi ammortizzatori, i caschi e le protezioni, il fango sulle scarpe e sui telai delle biciclette. E mi sentivo come un lupo finito nei pressi di un branco di lupi diversi da lui, verso i quali sente sì la parentela ma non l’affinità totale.

Il ciclismo da strada e il downhill sono discipline molto diverse, e io non ho idea di come si incarni il downhill, come si valuti, come si riconosce un maestro del downhill. Ma in quel momento mi piacerebbe entrarci, appoggiare la mia bici da corsa, andare a parlare con i ragazzi che noleggiano le MTB, affacciarmi sulla pista e provare un paio di discese. Sento un’attrazione per quella tribù di sportivi diversa da me che si va a divertire e mettere alla prova su un mezzo simile ma diverso dal mio. Mi dico che non è così difficile provare, non ho che da venire quassù una volta o un’altra e noleggiare uno di questi aggeggi.

Continuo a guardarli e vagheggiare come può essere la vita da downhill, mi rimetto in sella e riparto per il mio obiettivo. Da lì al Lago della Ninfa ci sono cinque chilometri di salita tranquilla, una breve discesa e poi l’imbocco della strada dell’aeronautica.

Il tuo tipo di ciclismo è una faccenda di istinto

In quel momento arrivano e mi sorpassano i due ciclisti in rosso. Rosse le loro bici Trek, rossa con qualche punto di nero la loro divisa. Li osservo per qualche istante, finché sono a portata di sguardo perchè sono decisamente più veloci di me. Sono perfetti. Le bici pulite, le divise pulite, la postura composta, la pedalata sciolta ma ritmica, il fisico asciutto.

Io per arrivare fin quassù ho sudato, ho dannato combattendo contro i tafani, per scappare da un cane che mi inseguiva mi sono infilata in un sentiero fangoso nel bosco e ho fango sulla bici e addosso; mi sento bene, ma ho anche la crostata a metà digestione che mi rallenta, e non sono certamente uno spettacolo altrettanto impeccabile di postura e cadenza. Questi due così freschi e ordinati danno l’impressione di essere appena partiti dal parcheggio, ma so che l’impressione è ingannevole.

Così, mi coglie un buffo sentimento di rimpianto. Come ho potuto desiderare di entrare nella tribù del downhill! Questa è la mia famiglia, questa è la tribù a cui desidero appartenere!

La tua bicicletta ideale la conosci come le tue tasche

Questi ciclisti che spariscono alla prima curva e che incrocerò quando già ridiscendono sono quelli che conosco e capisco. Riconosco a colpo d’occhio un maestro della bici da strada, la vista della sua maestria mi appaga, godo nell’ammirare una performance all’opera. Più tardi li cerco su Strava e scopro che hanno fatto 50 chilometri più di me, mille metri di dislivello in più e una signora velocità media. Non li conosco, non so se come persone andremmo d’accordo, ma sono fiera di loro in un modo incongruo ma divertente. È anche grazie a quelli che sono migliori di me nella disciplina che ho scelto che continuo a motivarmi, a cercare imprese diverse e salite inedite, a respingere la paura di non farcela, di prendere una grandinata in mezzo a queste nuvole basse o la scarica di un fulmine.

E per il downhill, ebbene, troverò l’occasione di provarlo prima o poi.

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